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<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2>Vado controcorrente, spero che
nessuno se la prenda o si scandalizzi, ma...</FONT></DIV>
<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2><BR>Mauro Bergamasco si è beccato
13 settimane di squalifica. In giro (chiacchiere al bar, sui giornali, in rete)
qualcuno tende a buttare la croce addosso a Mauro e lo addita come un cattivo
esempio che getta una cattiva luce sul rugby dei valori preso ormai da tutti a
modello di sport corretto e di sani principi. Eccetera eccetera...<BR>Facciamo
un passo indietro. Siamo all’ultimo minuto di gioco in una partita che ha visto
l’Italia tenere benissimo l’avversario nel primo tempo (poteva anche chiuderlo
in vantaggio se non fosse andato tutto, o quasi, storto). Nel secondo tempo il
Galles monta come una marea inarrestabile che travolge l’Italia con le gambe
insolitamente molli e la testa ancor di più. In pochi minuti, diciotto, subisce
ben 31 punti. E’ la débàcle. I gallesi si esaltano, fiutano il colpo grosso e
soprattutto hanno il dente avvelenato perchè vengono da un pareggio e una
sconfitta contro di noi negli ultimi due anni di 6Nazioni. E per i maestri del
rugby questa è un’onta vergognosa come poche altre. Ecco che sul finale di
partita cominciano ad assumere un atteggiamento derisorio. E allora… ok non
riuscire a vincere la partita, ok perdere di brutto, ok subire la superiorità
degli avversari, ok vedere che l’arbitro usa poco elegantemente due pesi e due
misure nel punire i falli azzurri e quelli gallesi, ok tutto… ma non ci sta
proprio per niente subire la derisione degli avversari. E quando un provocatore
per scelta e per gusto come Lee Byrne ne fa una di troppo, ecco che Mauro
abbozza a farsi giustizia da solo. Le dita negll’occhio ci sono finite
deliberatamente oppure l’intenzione era quella di bloccarlo a tutti i costi,
anche con le mani in faccia? Difficile, se non impossibile, dirlo. Può saperlo
solo lui, Mauro.<BR>Ma… parliamoci chiaro. Quasi tutti in list abbiamo giocato a
rugby come ci ho giocato io. Sappiamo bene che certe cose nel rugby vanno
tradizionalmente “regolate” subito, al volo, sul campo. Non ci sono
strascichi, ci si rende giustizia immediata a botta calda. E stop. Chiunque
abbia giocato sa che le cose vanno così. Addirittura un tempo, neanche tanto
distante, gli arbitri facevano finta di non vedere quei “botta e risposta” che
facevano giustizia immediata. Regole non scritte, ma che hanno convissuto con il
rugby per secoli (vedi le svariate mail sul "rugby che mi manca" qui in
list).<BR><BR>Io non mi sento di gettare la croce addosso a Mauro. Perchè,
sinceramente se fossi stato in campo, di fronte ad un avversario che ti deride
quando vince, i conti li avrei regolati subito anch’io. E stop. Bisogna far
comprendere bene a tutti che il gallese supponente e insolente di turno non si
deve neppure sognare di deridere l'avversario italiano, come non lo farebbe se
si trattasse di un inglese o di uno scozzese. Il fatto che siamo gli ultimi
arrivati nel 6N non può essere una giustificazione e un motivo per comportarsi
in maniera irrispettosa nei nostri confronti. E se la buona educazione uno non
ce l'ha, gliela si insegna con le buone o con le cattive. Specie se la tensione
in campo è tanta. </FONT></DIV>
<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2>Mauro, hai tutta la mia
solidarietà. L'unica pecca è che ti sei fatto beccare.<BR></FONT></DIV>
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<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2>a</FONT><FONT
face="Lucida Sans Unicode" size=2>ngelo</FONT></DIV></BODY></HTML>