<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META http-equiv=Content-Type content="text/html; charset=iso-8859-1">
<META content="MSHTML 6.00.2900.2873" name=GENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2><STRONG>Lancio ufficiale del libro
sul 60° della fondazione del Petrarca Rugby. </STRONG></FONT>
<HR>
</DIV>
<DIV><FONT face="Lucida Sans Unicode" size=2></FONT> </DIV>
<DIV>PETRARCA RUGBY<BR><BR>Padova, 6 dicembre 2007<BR>Comunicato
stampa<BR><BR>PRESENTAZIONE del libro<STRONG> "UNO DI
SESSANTA"<BR></STRONG><BR>"Uno di sessanta"<BR>Un ritratto crudo e intenso della
sessantesima stagione del Petrarca Rugby.<BR>Svelare l'anima di una squadra e
scoprire che la partita è solo un momento della sua vita.<BR><BR>Il volume ha le
seguenti caratteristiche:<BR><BR>Ideazione e fotografie: Stefano Zardini<BR>con
la collaborazione fotografica di Elena Barbini<BR>testi di Giorgio
Sbrocco<BR>ed. Anemos</DIV>
<DIV><BR>- formato cm. 22 base x 33 h.<BR>- 208 pagine<BR>- legatura in brossura
filorefe<BR>- copertina con sovrastampa a caldo più sovracoperta<BR><BR>Il libro
sarà in vendita dal giorno15 dicembre presso le librerie di Padova e nelle città
più importanti al prezzo orientativo di Euro 34,00 al pubblico.<BR><BR>per
informazioni:<BR>Petrarca Rugby Padova<BR>via G. Gozzano 64<BR>34125
PADOVA<BR>tel 049 - 8802473</DIV>
<DIV><A title=petrarcarugby@libero.it
href="mailto:petrarcarugby@libero.it">petrarcarugby@libero.it</A><BR><BR>@@@@@@@@@@@@@@@@@@@<BR><BR>Nel
sessantesimo anniversario della fondazione del Petrarca Rugby Padova,
l'obiettivo di Stefano Zardini e la penna di Giorgio Sbrocco raccontano, con
l'occhio allenato, sensibile e attento del fotoreporter di razza, unito al
linguaggio asciutto e diretto del cronista informato e partecipe, tutto quanto
di rilevante e di peculiare, spesso di poco noto, accade nel corso di un anno di
sport ovale vissuto al fianco di giocatori, tifosi e staff di una delle
società storiche del rugby italiano. L'obiettivo del neofita Zardini, il cui
sano ardore documentaristico è testimonianza palese di amore a prima vista con
lo sport della palla ovale, si sofferma, incantato, davanti ai misteri dello
spogliatoio prima, durante dopo la gara, immortala momenti di reclamata
solitudine che, per incanto, generano esplosioni di fratellanza e di festante
condivisione. Il suo occhio fruga profili sofferenti e sorrisi radiosi, abbracci
e colpi proibiti, placcaggi devastanti e strette di mano, ascensioni verso il
cielo e il ringhiante affrontarsi delle prime linee. "Uno di sessanta" offre al
lettore e al cultore di sport, anche non necessariamente ovale, un "dietro le
quinte" unico nel suo genere, in cui vittorie e sconfitte si tengono per mano e
si sovrappongono fino ad amalgamarsi, in un unicum irripetibile fatto di
ruvidità solo in apparenza incontrollate e di rapporti umani solidi come
l'acciaio. Con il corollario di impatti devastanti e in nome di una feroce
contrapposizione fisica. Il tutto nel segno di una lealtà perfettamente
metabolizzata, elevata al rango di tratto distintivo del comportamento sul
campo. "Uno di sessanta" è anche, e soprattutto, scoperta del "non conosciuto",
perché apre porte che l'appassionato-spettatore-tifoso non avrebbe mai
avuto occasione di varcare e regala al lettore un viaggio, dentro il rugby
che conta, all'insegna di una quotidianità fatta di mille piccoli e grandi
momenti di dedizione assoluta: dal solitario e massacrante lavoro di
preparazione fisica in palestra ai trasferimenti di gruppo, dal rito pre partita
dentro lo spogliatoio fino alla disarmante normalità del "terzo tempo",
dalle lacrime per la vittoria mancata al saluto deferente al pubblico amico,
fino ai messaggi in codice dell'allenatore ai suoi ragazzi nel cuore della
battaglia. Il tutto in un magistrale alternarsi, mai frenetico ma coinvolgente,
fra dimensione pubblica e privata di uno sport per certi versi ancora
misterioso e arcano. Ma nell'indagine di Zardini, coadiuvato dall'ottima Elena
Barbini, e di Sbrocco, trova posto anche un forte richiamo alla tradizione,
accuratamente documentata e orgogliosamente esibita nella sezione dedicata ai
più giovani. Le immagini del torneo Pino Bottacin che, da 26 anni, ogni primo di
maggio, raduna sul campo centinaia di bambini in nome di una competitività che
non è mai eccesso e di una voglia di primeggiare che è solo il distillato
di una sana voglia di vincere, rappresentano la più classica delle
"conclusioni aperte" di un'opera che, nel tributare il doveroso omaggio a
sessant'anni di sport, indica, con chiarezza quasi didascalica e tanto genuino
entusiasmo, la strada maestra della continuità. Di un modo di intendere e di
vivere il rugby che pare quantomai appropriato definire:
unico.<BR><BR><BR>Cordiali saluti<BR><BR></DIV></BODY></HTML>