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<DIV align=justify>Qualche tempo fa, avevo espresso sulla list la
convinzione che, se questo mondiale poteva esprimere una sorpresa, questa
sarebbe stata l'Argentina. Non mi ricredo, anche se appare
difficile azzardare il nome del vincitore della World Cup. Forse, vincera'
chi si manterra' in costante progresso. Attenti dunque agli
Aussies! </DIV>
<DIV align=justify>Per noi italiani, c'e' una occasione non dissimile
da quella degli irlandesi nell'ultimo Sei Nazioni. Per una generazione di
nostri giocatori, c'e' la possibilita' di entrare nella
storia totale, oppure di essere ricordati come ottimi
rugbisti, ma non come giocatori capaci di terminare imprese
plurime. Per un Troncon, per un Bortolami, per un Pez, per un Lo
Cicero, e' giunto il momento di non arrestare 'the impulse of the
ages', bisogna agire come se gli allori precedenti non ci
fossero, pur sentendoli presenti dentro di
se'! </DIV>
<DIV align=justify>I nostri piu' maturi giocatori non
devono vivere quest'incontro come quello della propria
vita. Infatti, non devono essere i migliori a trascinare la
squadra, ma l'opposto. In campo e' necessaria una sinfonia, non della
musica da camera, e sono convinto che i nostri faranno un grande
match. Occorrono comportamenti lineari ed una micidiale
disciplina interiore. 4 aspetti mi
sembrano irrinunciabili: finalizzare il gioco di
piede, ricevere con attenzione, giocare diretti senza
pura opposizione, non far dipendere tutto dagli avanti
ma sfruttare invece la loro fantasia per incoraggiare il back
row. Tutta la squadra deve accettare l'ingaggio, ma ci deve essere
velocita' in uscita dalle rucks, insomma il match va affrontato
con compatezza, senza preoccupazione di infortuni. In questo
mondiale stiamo osservando molta fragilita' fisica. Se i nostri arriveranno al
match temprati ed uniti, il rischio infortuni sara' completamente
dimenticato. </DIV>
<DIV align=justify>Due parole sulla polemica di
Mazzocchi. Lamentiamo politiche di comunicazione (non solo in
federugby) non strutturate, questo causa personalismi e polemiche.
Anche in federugby operano galantuomini, ma manca l'integrazione dei
progetti e delle varie voci. Berbizier ha portato con se' la dote
di un maestro di comunicazione, adesso e' il momento di sfruttare
questa dote fino all'ultimo centesimo! Il nostro trainer deve
lavorare sul contatto. Ogni giocatore deve sapere cio' che gli altri
compagni pensano di lui, assicurando sostegno e chiedendo
piena reciprocita'. Comunicare significa avanzare aspettative
verso gli altri, come in una preghiera. La nostra squadra deve presentarsi
in campo con un'unica voce, fatta di tante possibilita' esplicite.
</DIV>
<DIV align=justify>La Francia centrale presenta straordinari ricordi per
noi. Uno domina su tutti gli altri. Grenoble e Saint Etienne sono molto
vicine. Cosa accadde a Grenoble, dieci anni fa, il 22 marzo 1997? Cosa
accadde a Giovannelli prima di quel match? Cosa accadde ad Ivan
Francescato, a Vaccari, a Cuttitta, a Dominguez, a Troncon
naturalmente? </DIV>
<DIV align=justify>Nulla, nella vita, si ripete come ieri. Allora, si
pianse e si godette. Oggi, mi sembra il momento di godere del
vero rugby. Se attraversiamo, con gioia, la barriera invisibile che e' dentro di
noi, quell'ombra che ci separa, a volte di un niente, dalla linea del vantaggio,
allora tutto diventa possibile. Questo puo' accadere (come nelle nostre migliori
tradizioni) anche improvvisamente, malgrado gli
abissali difetti del nostro ambiente, e le sue
poche, pressoche' uniche qualita', come direbbe Michael Linagh!</DIV>
<DIV align=justify>Dieci anni fa, a Grenoble, lasciando emergere ogni voce
contraria ed ogni minuto contrasto, guardando in faccia brutalmente alle
cose, leggendo gli occhi dei nostri emigranti in tribuna, i tanti sacrifici
fatti da tanti italiani, entrammo un po' misteriosamente nella
dimensione del grande rugby europeo.</DIV>
<DIV align=justify>Allora, eravamo ancora impreparati a cio' che pur si
realizzo' in campo. Oggi le vittorie e le sconfitte lottano dentro di noi
insieme, costantemente abbracciate. C'e' una grande oscurita'. Lasciamo che
un lento e misterioso haka interiore penetri nei nostri
cuori......</DIV>
<DIV align=justify> </DIV>
<DIV
align=justify>Giovanni </DIV>
<DIV align=justify> </DIV></FONT></BODY></HTML>