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<DIV><FONT face=Arial color=#0000ff size=2><SPAN class=437480809-06092007>Esatto
proprio così grande Angelo. Il rugby è ben altro. Ma la spazzatura dei giornali
deve pur essere segnalata...</SPAN></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial color=#0000ff size=2><SPAN
class=437480809-06092007></SPAN></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial color=#0000ff size=2><SPAN
class=437480809-06092007>Pasquale Zambuto</SPAN></FONT></DIV>
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<DIV class=OutlookMessageHeader dir=ltr align=left><FONT face=Tahoma
size=2>-----Messaggio originale-----<BR><B>Da:</B>
rugbylist-bounces@rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces@rugbylist.it]<B>Per
conto di </B>Angelo.Volpe<BR><B>Inviato:</B> giovedì 6 settembre 2007
10.16<BR><B>A:</B> Longhi Massimo; Rugbylist (E-mail)<BR><B>Oggetto:</B> Re:
[RUGBYLIST] "Non siamo icone gay"<BR><BR></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Con l'aumentare dell'interesse intorno al rugby,
si parla di tutto e di più. Anche del fenomeno gay nel mondo del rugby. I
giornali devono pur riempire le loro pagine....</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>angelo</FONT></DIV>
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style="PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #000000 2px solid; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="BACKGROUND: #e4e4e4; FONT: 10pt arial; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=m.longhi@eurotecnica.it
href="mailto:m.longhi@eurotecnica.it">Longhi Massimo</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=rugbylist@rugbylist.it
href="mailto:rugbylist@rugbylist.it">Rugbylist (E-mail)</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Thursday, September 06, 2007 9:46
AM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [RUGBYLIST] "Non siamo icone
gay"</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV>
<DIV class=titologir style="FONT-SIZE: 36px; PADDING-BOTTOM: 12px"><FONT
face=Arial size=2><SPAN class=515084407-06092007>Riporto dal quotidiano "LA
STAMPA " odierno</SPAN></FONT></DIV>
<DIV class=titologir style="FONT-SIZE: 36px; PADDING-BOTTOM: 12px"><FONT
face=Arial size=2><SPAN class=515084407-06092007>Saluti</SPAN></FONT></DIV>
<DIV class=titologir style="FONT-SIZE: 36px; PADDING-BOTTOM: 12px"><FONT
face=Arial size=2><SPAN class=515084407-06092007>Massimo
Longhi</SPAN></FONT></DIV>
<DIV class=titologir style="FONT-SIZE: 36px; PADDING-BOTTOM: 12px"><FONT
face=Arial size=2><SPAN class=515084407-06092007></SPAN></FONT> </DIV>
<DIV class=titologir style="FONT-SIZE: 36px; PADDING-BOTTOM: 12px"><FONT
face=Arial size=2>Il rugby si sente macho<BR>"Non siamo icone
gay"</FONT></DIV>
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<DIV class=catenaccio style="PADDING-BOTTOM: 12px; PADDING-TOP: 12px"><FONT
face=Arial size=2>Polemiche alla vigilia dei Mondiali<BR>Bortolami: «Tutto è
nato con<BR>il calendario dello Stade Français,<BR>mai sentito di colleghi
omosex»</FONT></DIV>
<DIV class=sezione><FONT face=Arial size=2>STEFANO SEMERARO</FONT></DIV>
<DIV class=articologirata><SPAN class=articologirata><FONT face=Arial
size=2>L'ufficio del turismo di Parigi ci ha montato un'intera campagna nel
Regno Unito. Occasione: la Coppa del Mondo di rugby che debutta venerdì
nella capitale francese. Target: i turisti inglesi. Slogan: godetevi il
rugby nella capitale dell'amore. Immagine: una mischia, fatta di avances più
che di avanti, dove due coppie di piloni si baciano (alla francese), una
seconda linea birichina infila la mano sotto i pantaloncini del compagno e
un flanker spinge a palmo aperto su un gluteo aggettante. Sì, perché da
quando Max Guazzini, il patron dello Stade Français, si è inventato il
calendario dei rugbisti nudi, nel quale hanno esibito i loro fisicacci anche
i fratelli Bergamasco e Sergio Parisse, pare che la comunità gay si sia
ovalizzata. Di più, estremi, mediani e terze linee (meno i piloni) sono
stati promossi «icone gay».<BR><BR>Una definizione che non piace al capitano
della nostra nazionale, Marco Bortolami. «Sono contrario al fatto che il
rugby venga associato a queste cose - ha dichiarato Bortolami in
un'intervista che comparirà nel numero del 6 settembre della nuova rivista
Riders Italian Magazine -. Vederci come gay è eccessivo. Tutto è nato dal
calendario dello Stade Français, che viene acquistato per il 90 per cento da
uomini. Ma bisogna stare attenti in che modo stimoliamo l'attenzione della
gente». Non è una guerra contro il diverso: «Che male ci sarebbe, se fosse
accettato da tutti? Invece si continua a trattarlo come qualcosa di
scandaloso e folcloristico. Non ho mai sentito di colleghi gay, comunque
anche questo ci fa capire quanto il modo di trattare il rugby in Italia sia
ancora immaturo». Un azzurro del recente passato, oggi commentatore per Sky,
Andrea De Rossi, sdrammatizza: «Siamo nel 2007, suvvia. Io di rugbisty gay
non ne ho incontrati, anche se qualche voce circola. A ingolosire la stampa
è l'immagine di uno sport macho, ma il calendario dello Stade lo possono
comprare uomini e donne. Diciamo che io non lo guardo con la lente
d'ingrandimento...». Per Pierre Berbizier, il nostro ct, «Nel rugby deve
esserci posto per tutti, perché il rugby è rispetto». Serge Simon, ex
giocatore di livello internazionale e autore di un saggio sull'omofobia in
Francia pensa invece che i preconcetti siano ancora ben radicati. «Il rugby
è un ambiente basato su valori arcaici, e sulla rimozione di ogni traccia di
femminilità. I rugbisti sono obbligati a mostrare costantemente di essere i
più virili». Tranne quelli che, come i componenti dei Sydney Convicts, i
reclusi di Sydney, dell'omosessualità fanno una bandiera e prossimamente
organizzeranno una serata «Full Monty» per finanziare la
squadra.<BR><BR>Omosessuale e rugbista, d'altro canto, era sicuramente Mark
Bingham. Un eroe, il mediano di mischia dei Fogs, la squadra gay di San
Francisco, che morì l'11 settembre 2001 tentando di ribellarsi ai
dirottatori di uno degli aerei della strage, e a cui è intolata la Bingham
Cup, il mondiale di rugby per squadre gay. E il prossimo 11 settembre, per
Argentina-Georgia ai Mondiali etero di Francia, sarà in campo un rugbista
che ha fatto outing: l'arbitro gallese Nigel Owens. Accadde nello scorso
maggio, «ed è stato difficile, ho anche pensato al suicidio», dichiarò
nell'occasione Owens, 35 anni, di Pontyberem, l'unico referee gallese che
fischierà alla Coppa del Mondo. «L'omosessualità è un tabù in questo
ambiente. Non volevo mettere a repentaglio la mia carriera, ma sentivo di
non potermi più nascondere». Certo, gli arbitri non sono popolari in nessuno
sport. Il rugby però è disciplina per gentiluomini. «Ogni tanto qualcuno in
campo mi dà del "bent ref" (arbitro con la schiena non diritta, ndr), ma poi
subito si scusa: Oh, perdona Nigel, non intendevo in quel
senso...».</FONT></SPAN></DIV></DIV>
<DIV><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Tahoma"><FONT
face=Arial> <o:p></o:p></FONT></SPAN></DIV>
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