<p>Anno 1972 Grand Hotel Principe di Savoia, a Viareggio,
durante i Campionati nazionali Universitari di rugby.Ero in visita ai miei zii pisani, oggi ultraottantenni, e lessi
su un trafiletto della "Gazzetta dello sport" di una conferenza sul rugby che
si teneva quella sera<span> </span>in Versilia.<br>Figurarsi se me la perdo e ci vado.<br>Nella reception un cartello grande quanto un biglietto da
visita, proprio vicino al campanello sul bancone del portiere, cita: "Stasera
il rugbi" (così, proprio col puntino sulla "i").<br>Il portiere mi scambia per un cliente e mi porge la chiave
di una stanza, mentre mi chiede i documenti.<span>
</span>Chiarito l'equivoco mi indica una saletta, sempre sul pianterreno,
proprio dietro<span> </span>la "salle à manger".<br>Vi erano seduti: Denis Lalanne, scrittore e giornalista de
"L'Equipe" invitato dalla Fir, e Gigi Savoia, Commissario Tecnico della
Nazionale Under 23.<span> </span>Un giovanissimo
( come me del resto) Gian<span> </span>Paolo
Celon e altri che non ricordo.<br>Non era una "conferenza" nel senso coreografico: niente
palco con i relatori e<span> </span>niente platea.<br>Solo i tavolini di una saletta attigua alla hall, quasi si
fosse trattato di un incontro amichevolmente al bar-<br>Denis Lalanne, era
quello che si dice una "firma" di quelle prestigiose e confesso che,<span> </span>poco dopo<span>
</span>mi parve apparentemente un po' frastornato, quasi disturbato, mentre
continuava a soffiarsi il naso e tossire..</p>
<p>Probabilmente vittima di un contemporaneo attacco su tre
fonti: raffreddore di stagione, sigarette di Gigi Savoia (esportazioni senza
filtro, in mancanza delle sue Galoise) e birra , tanta birra. Non ricordo bene
tutti gli interventi: ripeto che si trattava quasi un incontro di amici al bar,
ma, sostanzialmente,<span> </span>furono gettate le
basi per una collaborazione tra<span> </span>le due
Federazioni circa un reciproco<span> </span>scambio
di tecnici: un'utopia per quei tempi.<br></p>
<p>Lalanne mantenne l'impegno di "dare una mano al rugby
italiano" quando rientrò oltralpe, e fu di parola.</p>
<p>Infatti<span> </span>un "<i>certo</i>" Andrè Boniface, tre mesi dopo era
a Tirrenia per dirigere il raduno della nostra Nazionale, la prima volta di
Gigi Savoia neo Commissario tecnico.</p>
<p>Naturalmente, tre mesi dopo,<span> </span>nuova mia<span>
</span>visita agli zii pisani<span> </span>con
"scappatella" di due pomeriggi in quel di Tirrenia, entrando di straforo per
vedere l'allenamento degli azzurri,<span> </span>sul
campo principale, quello vicino alle foresterie.</p>
<p>Boniface fu apprezzato da tutti per quel breve lavoro,
specialmente la cura degli schieramenti dei trequarti, facendo gli esempi sul
campo di tutti i rispettivi ruoli, dall'apertura all'estremo.</p>
<p>Erano i tempi della difesa con schema "a doppia tenaglia" e
a questo proposito Lino Maffi qui ce ne scriverebbe dieci dispense….!! </p>
<p>Mi pare ci fosse pure lui quei giorni, calzando un basco alla
francese, forse anche questo un retaggio degli insegnamenti del suo ( e nostro)
guru, mi riferisco a quell'indimenticato monumento al rugby: tale Julien Saby.<br>Era stupefacente vedere e sentire André, col suo
italo-francese,<span> </span>dimostrare fase per
fase, a tutti, come si sarebbe dovuto<span>
</span>mettere in pratica……non aspettava nemmeno le traduzioni di Gigi Savoia:
Boniface le dimostrava…"dal vivo"Tutte cose che sarebbero servite agli
azzurri<span> </span>nella tourneè sudafricana
(estate successiva).</p>
<p>Il custode del Centro Coni di Tirrenia, che<span> </span>oramai<span>
</span>mi conosceva per "il torinese", una volta,<span> </span>chiuse tutti e due gli occhi riuscendo a
farmi cenare con tutta la comitiva azzurra.</p>
<p>Ricordo una frase di Boniface, proprio<span> </span>durante una cena di quelle sere toscane..</p>
<p><span> </span>"Il rugby italiano?
Vedrete che<span> </span>doucemènt<span> </span>doucemènt ce la farete anche voi……."</p>
<p> Oggi. , dopo 6Naz e Coppa del Mondo a seguire, mi
viene in mente questa frase, sentita più di trent'anni fa e detta da uno che
venne definito da "Le miroir du rugby"<span>
</span>come il poeta della pallaovale.<br>La prossima volt che vi capita di andare in Francia<span> </span>provate a chiedere ad un rugbysta,
d'oltralpe,<span> </span>con qualche capello
grigio,<span> </span>o chissà, forse anche il primo
che vi capita : chi era sul campo tale André Boniface.</p>Oppure se incontrate Antonio Zibana chiedetelo a lui........ve ne racconterà di notevoli-<br><br>Saluti dalla bassa valle scrivia<br><span class="sg">Ruggero Rizzi
</span>