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<DIV><FONT face=Arial size=2>Io penso che il Fair-play debba esistere. Ma nelle
giuste situazioni. Il giocatore del Palermo si è "strappato" da solo e tra
l'altro forse non sarebbe neppure arrivato ad intercettare il pallone ed è
comunque rimasto tagliato fuori dall'azione. Non avrebbe comunque mai
recuperato. Non si tratta quindi di uno scontro fra giocatori che avrebbe potuto
generare fratture o traumi cranici a di altro genere e tale da
rappresentare pericolo per l'incolumità fisica dell'atleta. Credo che nella
specifica occasione abbia fatto bene l'altro giocatore a continuare.
L'infortunato ha comunque una responsabilità sportiva di una preparazione alla
gara inadeguata. Forse anche un riscaldamento frettoloso rispetto alle
condizioni climatiche ed alla propria massa muscolare. Ed allora perchè gli
altri si devono fermare, visto che si tratta di una gara sportiva?</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Si si fossero corso i duecento ad ostacoli ed un
atleta si fosse "stappato" anche tutti gli altri partecipanti si sarebbero
dovuti fermare e (esagerando con un paradosso) rimandare la gara? No di certo!
Quindi anche il fair-play ha le sue giuste</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>situazioni che non possono essere stravolte da
interessi di parte nelle situazioni di gare sportive.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Cavallo Pazzo.</FONT></DIV>
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style="PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #000000 2px solid; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="BACKGROUND: #e4e4e4; FONT: 10pt arial; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=gallomassimo@iol.it href="mailto:gallomassimo@iol.it">Massimo
Gallo</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=rugbylist@rugbylist.it
href="mailto:rugbylist@rugbylist.it">RUGBYLIST</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Monday, March 12, 2007 6:48
AM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [RUGBYLIST] Evviva la
sincerità</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>....per la serie: essere o non essere questo è il
problema...</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Da Il Giornale</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>
<P class=titolo_notizie_interna>Dove crede di essere Guidolin, nel rugby? </P>
<P class=xsottotitolo></P><SPAN class=xtesto_piccologrigio>di <A
href="http://www.ilgiornale.it/la_aut.pic1?ID=0">Redazione</A> - lunedì 12
marzo 2007, <FONT color=red>07:00</FONT></SPAN>
<P class=testo_notizie><SPAN
class=xtesto_notizie><!-- Layout una colonna -->C’è un altro buon motivo per
dividerci: il gol di Mutu. Una questione di fair-play, quasi morale. Noi,
figurati. Per i pochi che hanno trascorso il week-end sulla luna: Guana, del
Palermo, si accascia a centrocampo per un guaio muscolare, il viola Mutu
prende la palla e va in porta, fingendo di non sentire le invocazioni a
fermare sportivamente il gioco. L’occasione mette singolarmente di fronte due
degli allenatori più corretti, ma così è la vita: sulla questione di
principio, perché tale questo gol subito diventa, ci si impunta e ci si
affronta. Arrivando anche ai ferri corti.<BR>Per la verità, Prandelli è molto
tranquillo: «Le nuove regole dicono che eventualmente tocca all’arbitro
fermare il gioco. E poi Mutu ha proseguito un’azione molto lunga, non è che
abbia buttato subito la palla in rete...». Dall’altra parte, una furia umana:
Guidolin. Riassumendo: «Ho visto una cosa squallida. Mutu ha fatto una
furbata, perché tutti hanno notato che Guana s’era fatto male. Ma voglio
passargliela. A una furbata, però, si può rimediare. È per questo che ce l’ho
col mio collega: avrebbe potuto fermare la squadra, farci pareggiare, quindi
ripartire lealmente dall’1-1. Invece è riuscito solo a darmi del pazzo.
Niente, con lui ho chiuso: per me non esiste più. Poi si fanno tante
chiacchiere sulla lealtà... Spero solo che quando capiterà a me, riuscirò a
comportarmi come si deve. Altrimenti significherà che non sono un uomo, ma un
poveretto».<BR>Allora, da che parte stare? Chi ha ragione? Entrambi hanno
qualche buon motivo da esibire. Prandelli è Pra-gmatico: se c’è un infortunio
deve fischiare l’arbitro, non ha fischiato, cosa vuoi da me? Guidolin è
romantico-idealista, ascendente utopista: se c’è una furbata del singolo, in
buona o in cattiva fede, il responsabile della sua squadra deve rimediare -
come succede qualche volta in quei luoghi remoti e citatissimi del Nord-Europa
-, ristabilendo il principio di sportività.<BR>Mettiamola così: sarebbe meglio
che avesse ragione Guidolin, ma purtroppo ha ragione Prandelli. Certo è molto
bello pensare che una squadra, una volta consapevole d’aver rubato qualcosa,
sia capace di restituire il bottino. Ma cerchiamo d’essere
rea</SPAN></FONT>listi: qui, in questa zona del mondo, in questo luogo
pittoresco e scamiciato, dove i principi fondamentali su cui si basa la
convivenza civile si chiamano furbizia e opportunismo, non ce lo possiamo
permettere. Spiace per Guidolin, e anche un po’ per noi, ma se ci guardiamo
allo specchio dobbiamo trarre inevitabili conclusioni. Qui, già nelle scuole
calcio, chiediamo all’attaccante di buttarsi in area e al difensore di
picchiare. A entrambi chiediamo di perdere tempo, quando ci troviamo in
vantaggio. A rubare metri con la barriera, quando subiamo una punizione. A
rubarli col pallone, se la punizione dobbiamo batterla noi. Spieghiamo così:
per fare risultato, non bisogna andare per il sottile. E lo sport, amico mio,
non è esercizio per signorine.<BR>Certo, siamo anche quelli che citano sempre
il modello del rugby, dove la gente si picchia cocciutamente, ma in modo
onesto, senza carognate, con grandi strette di mano finali. Lo portiamo
immancabilmente ad esempio, questo valoroso atleta del rugby. Lo ammiriamo e
lo esaltiamo, questo individuo così leale. Ma diciamolo una volta per tutte:
un conto è ammirarlo, un conto è esserlo. </P></DIV>
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