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<DIV><FONT face=Arial size=2>C'è qualcosa che mi sfugge. Vorrei capire quale sia
la considerazione tecnica che porta a dire che un campionato forte italiano
genera in automatico un successo della nazionale. Ciò può essere vero sul lungo
periodo. Ma noi siamo nel VI nazione dal 5 febbraio 2000. Questo lungo
periodo quanto è lungo? O meglio sarebbe quanto lungo deve essere il periodo
senza fare un minimo di tagliando e senza dover rendere conto degli insuccessi?
Fino a poco tempo fa le considerazioni erano 2: 1) Se noi facciamo venire le
star del rugby continueremo a far giocare gli equiparati e gli oriundi in
nazionale perché i ns non trovano spazio; 2) se chiudiamo le frontiere il
campionato è scarso. Dove sta la soluzione? </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>In Italia Scozia di 7 anni fa su 22 giocatori solo
7 giocavano all'estero e all'epoca si voleva il contrario e Coste predecessore
di Johnstone spingeva in tal senso. Sabato ne avevamo 14 su 22. 5 nei primi 5 e
11 nello XV iniziale. Io ho avuto una brutta sensazione: al VI nazioni si è
fatto il callo e si è persa un po' di umiltà. Sabato è mancata la voglia di
arare il terreno. Le motivazioni fanno tanto. </FONT></DIV></BODY></HTML>