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<TITLE>Re: [RUGBYLIST] risse</TITLE>
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Il giorno 21-10-2006 01:13, paolo, luigi.ceravolo@fastwebnet.it ha scritto:<BR>
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<BLOCKQUOTE><FONT SIZE="2"><FONT FACE="Arial">Ciao tutti, scusate se non ho ancora risposto in privato come mi ero promesso, ma solo in questi giorni mi è tornato il computer e sto reiserendo tutti i dati. Comunque il mio decorso operatorio procede bene, anche se non sono ancora in grado di dire se potrò tornare a vedere. Ogni tanto mi sembra di intravedere delle forme, ma nulla di iù. Comunque va bene così! Per quanto riguarda le risse il fatto mi sembra da nonsottovalutare. Mi sembra d'aver capito che queste sono spesso influenzate da fattori esterni, vedi interperanze del pubblico, ma il fatto che gli stessi giocatori non sappiano trattenersi dal reagire è indicativo del momento negativo del nostro sport. Negativo sul piano puramente del fair play. Bisogna intervenire al più presto, partendo dalle società singole, dai dirigenti stessi, in special modo da quelli che seguono il mini rugby. <BR>
Personalmente credo che ogni società debba darsi un regolamento interno da pubblicizzare presso i giocatori e i loro familiari, per punire certe interperanze. Squalifiche ai giocatori di cui i familiari non si comportino sportivamente, o divieto a quest'ultimo d'entrare allo stadio. Divieto che potrebbe essere esteso anche in trasferta se le varie società cominciassero a collaborare tra loro.<BR>
Non è la soluzione, lo so, ma potrebbe essere una prima base di discussione per rompere il trand negativo. <BR>
Paolo<BR>
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Rugbylist mailing list<BR>
Rugbylist@rugbylist.it<BR>
http://www.rugbylist.it/mailman/listinfo/rugbylist<BR>
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</TT>Bravo!!! Questo è un momento cruciale. Il rugby non è più quello di vent'anni fa. E per certi aspetti, grazie al cielo. Ma i cambiamenti non sono tutti positivi. Troppe tensioni. E, vogliamo dirlo? Troppi soldi, quindi troppe pressioni e quindi troppe passioni. E' il momento di fare una riflessione profonda e seria. Frase che detta così può essere liquidata con un "Sì, è vro!" e domani si torna tutti a fare come si faceva. Ma dai cambiamenti di oggi non si torna indietro. Quindi... facciamola la riflessione. In altri paesi c'è molta più festa intorno al rugby e molta meno tensione. Perché? E, intendiamoci, anche in questi paesi il rugby ha soldi. Molti più che da noi. Ma sono più forti e più "rugby correct". E se avessimo sbagliato sistema? I nostri campionati sono strutturati come quelli del calcio o di altri sport di squadra. Altrove, l'attività non funziona così. Il sistema neozelandese, per esempio, per quel che ne so è completamente diverso e disincentiva "in automatico" le spese folli delle società per accaparrarsi giocatori. Ma evidentemente funziona, visti i risultati... Si dirà che la NZ ha un'altra realtà, un'altra storia, un'altra cultura, un'altra base di praticanti... Tutto vero; ma se parliamo di rugby loro (insieme ad altre realtà) sono quelli che sanno viverlo. Farlo "all'italiana" attualmente vuol dire farlo assomigliare al calcio, con i presidenti a caccia di giocatori, per andare sempre più su per avere gli sponsor, per trovare altri soldi per comprare altri giocatori per andare ancora più su.... una spirale. Se su questi temi si aprisse un dibattito serio la rissa di Brescia diventerebbe la migliore scazzottata degli ultimi anni. Nella speranza che sia l'ultima
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